Etichetta cosmetici: tutto quello che c’è da sapere

Spesso le etichette dei prodotti di bellezza possono generare confusione: nel tentare di decifrarne le informazioni per ricavarne dati utili ci si trova di fronte a molte parole, gran parte delle quali in latino, simboli e sigle. Ciò rende complesso individuare gli ingredienti e comprendere la formulazione dello specifico prodotto. Tuttavia, con una pelle che già combatte agenti atmosferici, sporco e make-up, diventa davvero importante riuscire a capire cosa si cela dietro l’etichetta dei cosmetici.

Per fortuna, grazie a qualche indicazione precisa, possiamo capire quali sono gli ingredienti nei prodotti pensati per la cura della pelle e, sulla base della nuova conoscenza che avremo acquisito, capire anche se davvero si tratta di formulazioni valide.

All’interno di questo approfondimento, capiremo anche cosa cercare quando stiamo scegliendo un cosmetico e gli aspetti vitali da tenere a mente prima dell’acquisto

Come leggere l’etichetta dei cosmetici?

 Secondo quanto previsto dalla legge, l’etichetta dei cosmetici deve riportare alcune informazioni imprescindibili, come la ragione sociale dell’azienda, la formulazione precisa, la quantità e le indicazioni a cui fare riferimento per un uso ottimale e altri elementi.

Di seguito vedremo come consultare un’etichetta e riconoscere i componenti che si trovano all’interno dei prodotti per la cura della pelle.

  • Descrizione prodotto: l’etichetta riporta la funzione a cui risponde il cosmetico e i benefici attesi;
  • Modo d’uso: le indicazioni per un’applicazione ottimale, compresi i movimenti da eseguire con le mani o eventuali strumenti (es. pennelli);
  • Ingredienti: l’elenco di ogni componente della formulazione, in ordine decrescente di concentrazione;
  • Quantità: a seconda della formula specifica, il contenuto può essere indicato in millilitri o in grammi;
  • Azienda produttrice: la ragione sociale dell’impresa che ha prodotto e/o immesso sul mercato italiano il cosmetico;
  • Lotto di produzione: secondo le normative deve essere indicato il lotto, che tutela il consumatore e costituisce un identificativo per eventuali richiami;
  • Scadenza: la data di scadenza, ovvero il termine massimo per un uso ottimale, è indicata vicino al lotto.
  • PAO (Period After Opening): da non confondere con la data di scadenza generica, si riferisce alla scadenza in seguito all’apertura del prodotto.

I rischi di utilizzare un prodotto scaduto

Uno degli elementi con cui è fondamentale familiarizzare è senza dubbio la data di scadenza. Al contrario di quanto si tende a credere, infatti, i cosmetici hanno un ciclo di vita che deve essere rispettato: il termine del periodo ottimale di utilizzo spesso è vicino al numero di lotto, che si trova sul fondo oppure sul retro della bottiglia.

In alternativa, alcuni prodotti riportano il simbolo del barattolo aperto associato a un lasso di tempo chiamato PAO (Period After Opening), che indica per quanto si potrà usare il cosmetico una volta aperta la confezione. Usando questi numeri, spesso espressi con la “M” di mesi e un numero, si potrà avere una guida utile a comprendere quando sostituire il tuo prodotto.

Quando si supera la data di scadenza, ad esempio, gli ingredienti a base oleosa, che consentono alle formulazioni in crema di essere spalmanti correttamente, tenderanno a separarsi e salire verso l’alto. Continuando a usare quel determinato prodotto, si finirebbe per applicare una notevole concentrazione di oli, che potrebbe intasare i pori della pelle.

Inoltre, se il prodotto è contenuto in un barattolo e non in tubetto, dovrai utilizzare le mani per estrarlo dal suo contenitore, anche se hai le mani pulite, residui di sporco e batteri possono depositarvisi facilmente, accorciando di fatto la vita del prodotto di bellezza.

Ecco perché anche l’attenersi alle date di scadenza è cruciale per una beauty routine davvero efficace.

Etichetta cosmetici: cosa indica la sigla INCI?

Acronimo di International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, la sigla INCI indica gli ingredienti contenuti in un cosmetico, elencati dalla concentrazione più alta a quella più bassa.

Tenendo presente che l’ordine dell’INCI indica una quantità decrescente, si può dedurre che se un ingrediente eccezionale, comunicato a scopo di marketing, si trova in fondo alla lista, non si otterranno i benefici promessi. Si tratta di una situazione comune nei prodotti che costano poco e pubblicizzano ad esempio un contenuto di rosa pura, uno degli elementi più cari al mondo.

Allo stesso modo, se un componente che secca la pelle, come l’alcol, viene inserito tra i primi tre della lista, sarà meglio puntare su qualche altro prodotto.

Uno degli aspetti più curiosi e meno conosciuti, ma che viene in aiuto nella lettura dell’INCI, è quello strettamente linguistico. Quando una sostanza mantiene il proprio nome latino, vuol dire che è stata inserita in purezza, senza essere sottoposta ad alcuna modifica chimica, com’è il caso di oli vegetali puri. Inoltre, se accanto al nome si nota un asterisco, quel determinato ingrediente proviene da agricoltura biologica.

Al contrario, quando si trovano termini in inglese oppure dei codici numerici, questi sono il frutto di un processo di sintesi chimica. Ciò non dovrebbe per forza allarmare: esistono alcuni componenti i cui nomi suonano spaventosi, ma in realtà fanno bene alla pelle. È il caso del Tetrahexyldecyl Ascorbate, ovvero la vitamina C, che uniforma il colorito e stimola la produzione di collagene.

Altri elementi che possono spaventare sono l’acido ferulico, potente antiossidante, usato in simbiosi con la vitamina C, e i gliceridi caprilici, acidi grassi derivati dal cocco, che aiutano la pelle a mantenersi idratata. Un altro aspetto da controllare nell’etichetta è l’aderenza a metodi cruelty-free, ravvisabile dal simbolo di un coniglio sulla confezione.

Oltre a essere eticamente solide, queste formulazioni sono delicate sulla pelle e indicate per chi soffre di eczema e psoriasi. Anche se qualche elemento chimico non guasta, puntando su prodotti per la cura della pelle che impiegano formulazioni naturali sarà possibile ottenere molti benefici.

Vediamo di seguito quali sono gli ingredienti da evitare e perché preferire marchi 100% naturali.

Buoni e cattivi: come riconoscere gli ingredienti

Tra gli ingredienti che hanno la reputazione peggiore spiccano senza dubbio i parabeni, che includono metilparabeni, propilparabeni e butilparabeni. Si tratta di una tipologia di conservanti, impiegati sin dagli anni Trenta all’interno dei cosmetici per stabilizzare gli ingredienti attivi, mantenendo le formulazioni il più a lungo a possibile, preservandone l’efficacia e contrastando la proliferazione di batteri nocivi.

Nonostante possano sembrare ottimi sulla carta, nel corso di anni recenti sono stati spesso ipotizzate correlazioni tra l’uso di parabeni e l’aumento del rischio di patologie, in alcuni casi persino cancerogene.

Anche se secondo quanto previsto dalle normative dell’Unione Europea e della Food and Drug Administration, i parabeni sono tuttora ritenuti sicuri, la gran parte degli esperti del settore preferisce evitarli. Lo stesso dovrebbero fare i consumatori che vogliono prendersi cura della propria bellezza naturale attraverso formulazioni rispettose.

Se notando la presenza di parabeni mentre si legge l’etichetta dei cosmetici è consigliabile riporre il prodotto.

Lo stesso vale per i solfati, un tipo di tensioattivo che permette a shampoo e detergenti per il viso e il corpo di rimuovere il sebo in eccesso dalla pelle. I solfati sono responsabili di svariate allergie: ciò si deve al fatto che per eliminare sporco e grasso agiscono in maniera indiscriminata e aggressiva, rimuovendo anche gli oli sani dalla pelle, seccandola e compromettendone il delicato equilibrio.

Profumi e coloranti di origine artificiale sono altri componenti la cui presenza nell’etichetta di un cosmetico dovrebbero sollevare più di un dubbio. Questi elementi tendono a irritare la pelle, causando rossori non solo nei soggetti già predisposti.

Altri componenti da cui sarebbe meglio tenersi alla larga il più possibile sono gli inquinanti, come Mea e Tea. In linea generale, puntare su prodotti per la cura della pelle rigorosamente made in Italy, che impiegano solo il meglio della natura per garantire una beauty routine efficace e al tempo stesso delicata sulla pelle.